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venerdì 22 novembre 2013

IL VUOTO



La ruggine dalla penna e dall'impugnatura che uso per stringerla, l'ho rimossa ieri scrivendo uno di quei post inutili, a uso e consumo privato del sottoscritto, una di quelle cose che riletta oggi, devo ringraziare il cielo di non aver avuto la possibilità temporale di trascriverlo sul blog.
Ho infatti avuto l'impressione riguardandolo, di trovarmi di fronte ad un tema svolto da un bimbo di quarta elementare dal titolo "Piove. Parlami di questi primi giorni e dei suoi eventi drammatici".
Svolgimento ignobile e zeppo di luoghi comuni.

Oddio, non è che io sia un maitre a penser, che quando si esprime illumina le menti di chi lo legge, però quello è davvero uno scarabocchio continuo, pieno zeppo di banalità.
Oggi riprendo per bene e spero di fare meglio di ieri.
Spero.

Il fatto è, che prima di tornare ad esprimermi, ho sempre bisogno di riempire il vuoto che creo ogniqualvolta scrivo un racconto o tento di farlo come in questo periodo e tutto ciò mettendo dentro di me qualsiasi cosa, fosse anche solo con della polvere o delle incrostazioni, perchè dal vuoto non riesco a tirare fuori nulla.

D'altronde nel vuoto non si propaga nemmeno un suono, immaginate quanta fatica farebbe a farsi spazio un pensiero sensato. 
Farsi spazio nel vuoto, ma come mi vengono certe idiozie?

Ho quindi passato questi giorni ad immagazzinare informazioni, dati, storie, in buona sostanza a riempirmi, però ho desistito di fronte al vuoto dei politici nostrani, che anche di fronte alla più immane delle tragedie, non perdono occasione per tirare l'acqua al proprio mulino e mai come in questo caso avrei gradito che ci riuscissero e che quell'ondata millenaria (Cappellacci dixit), non dico li travolgesse, ma che almeno fosse meno impetuosa verso chi è poi morto sommerso.

Capito quindi che la politica continua a non fa per me, sono solo un sempliciotto, mi sono detto che se proprio devo cercare di ridere, meglio farlo con qualcosa di leggero e non di drammatico come lo scempio che viviamo ogni giorno.
Qualcosa quindi all'uopo preposta.
Ho visto un paio di film di cui parlerò poi.

Allora, mi sono tolto definitivamente dagli imbarazzi e mi sono immerso nella musica.  Mi sono anzi perso ad ascoltare Lucio Dalla (capirai la novità), ad abbeverarmi di nuovo a quelle canzoni che pubblicò tra la fine degli anni '70 e per tutti gli anni '80, un periodo che riempì di poesia e considerazioni, liriche che mi hanno poi formato o sformato così come sono, a secondo dei punti di vista.

Ve ne regalo una di seguito, si chiama "Notte" e l'ho pescata chissà dove nella mia memoria mentre completavo il racconto. Nulla ha a che vedere con lo stesso (o forse si?), anche perchè la musica, le atmosfere, l'intensità sono di una bellezza unica.
Devo premettere che si sente che siamo in un periodo storico diverso e con dei contesti culturali di un'altra epoca, ma a volte ricordarsi del passato, non è poi un'operazione da disprezzare.















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